Quale acqua bere? Una guida su quale scegliere
Non perdiamoci in un bicchiere d’acqua! E invece non c’è niente di più facile che perdersi, nel tentativo di leggere e capire le tante e minuscole scritte presenti su quei foglietti belli e colorati che rappresentano l’etichetta delle acque minerali. Eppure, verrebbe da pensare, cosa c’è di più semplice dell’acqua? L’acqua è acqua! Vi sbagliate: oltre ad esisterne quasi 300 marche diverse, possiamo scegliere fra acque minimamente mineralizzate (contengono sali inferiori a 50 mg/l), oligominerali (sali non oltre 500 mg/l, sono le più adatte all’uso quotidiano), minerali (tra 500 e 1500 mg/l) oppure ricche di sali minerali (oltre i 1500 mg/l). Per non parlare poi dei sistemi di addolcimento dell’acqua realizzati con sistemi professionali che rendono l’acqua del rubinetto buona, più salutare ed economica. Per capirne di più su questi sistemi, consultate manutenzione addolcitori Pisa e addolcitori Vada e Livorno.
Quale acqua bere: Occhio al residuo
Questi valori vengono determinati in base al residuo fisso a 180°, uno dei valori più importanti da ricercare in etichetta perché indica appunto il quantitativo dei sali minerali presenti: più il residuo è basso, più l’acqua è leggera. Le acque ricche di sali minerali, indicate negli stati di carenza di calcio e magnesio ed altri minerali, sono sconsigliate per l’uso quotidiano, mentre è meglio alternare le minerali a quelle oligominerali, soprattutto per evitare un eccesso di sodio nella dieta.
Per l’alimentazione dei neonati e per la cura della calcolosi delle vie urinarie sono invece adatte le acque minimamente mineralizzate.
L’etichetta, per legge, deve contenere molte indicazioni, fra le quali le più importanti sono:
- Denominazione e categoria del prodotto (acque minimamente mineralizzate, oligominerali o leggermente mineralizzate, minerali, ricche in sali minerali)
- Sede della sorgente e luogo di imbottigliamento (per capire l’altezza della sorgente: più è alta, più è lontana da possibili fonti di inquinamento)
- Termine minimo di conservazione, che può essere riportato anche sul tappo: in genere è un anno
- Analisi batteriologiche, chimiche e chimico-fisiche dell’acqua (qui si trovano espressi in ioni i valori dei sali minerali disciolti nell’acqua)
- Indicazione dell’aggiunta di anidride carbonica
- Informazioni cliniche (le più diffuse sono: “può avere effetti diuretici”, “può avere effetti lassativi”, “indicata per l’alimentazione dei neonati”, “indicata per la preparazione degli alimenti per i neonati”, “stimola la digestione”, “può favorire le funzioni epatobiliari”.
Quale acqua bere: Di che sale sei?
Le acque si possono poi suddividere a seconda del tipo di sali minerali che contengono: bicarbonate, solfate, calciche, fluorate, ferruginose, acidule, magnesiache, clorurate, sodiche.
Come scegliere allora? Certamente in base al gusto, non tralasciando però gli effetti che l’acqua può avere sulla nostra salute. Il valore più importante da cercare è la presenza di nitrati, che introdotti nell’organismo si riducono a nitriti e a contatto con le ammine formano le nitrosammine, sospette di essere cancerogene. Il limite di legge è di 45 mg/l, che scende a 10 mg/l per le acque destinate all’alimentazione dell’infanzia. E’ bene quindi dare la preferenza ad acque con bassi valori di nitrati, specialmente se il prodotto viene utilizzato per i neonati o da donne in gravidanza.
Quale acqua bere: gli effetti sulla salute dei diversi tipi di acqua:
- Bicarbonate: contengono bicarbonato sopra i 600 mg/l, favoriscono la digestione, sono indicate per i disordini epatobiliari, per gli sportivi, nelle dispepsie gastriche della prima infanzia e per la cistite cronica.
- Solfate: solfati sopra i 200 mg/l, possono avere effetto lassativo, antispastico, antinfiammatorio, sono indicate nelle malattie dell’apparato digerente e delle vie biliari ma non nella fase della crescita, perché il solfato può interferire negativamente nell’assorbimento del calcio.
- Calcica: calcio sopra i 150 mg/l, indicata nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione, per le donne incinte o in menopausa e per i ragazzi in crescita.
- Fluorata: fluoro oltre 1mg/l, sconsigliata per i bambini che prendono regolarmente pasticche di fluoro contro la carie, indicata per le donne in gravidanza. Le acque fluorato-calciche sono adatte a soggetti affetti da osteoporosi ferruginosa
- Ferro: superiore a 1mg/l, indicata nei casi di anemia ferropriva, sconsigliata a chi soffre di gastroduodeniti.
- Acidula: quando il tasso di anidride carbonica libera alla sorgente è superiore a 250 mg/l, l’acqua svolge una leggera attività batteriostatica, ma è controindicata in soggetti che soffrono di acidità di stomaco, gastrite od ulcera gastrica. Inoltre causa una sensazione di gonfiore addominale in chi soffre di fermentazione intestinale. Tutto questo vale anche per le acque a cui l’anidride carbonica è stata aggiunta successivamente.
- Magnesiaca: magnesio sopra i 50 mg/l, hanno un’azione purgativa, prevengono l’arteriosclerosi. La carenza di magnesio può causare crampi, affaticamento muscolare ed una minore resistenza allo stress.
- Clorurata: cloro sopra i 200 mg/l, l’abbinamento con il sodio le rende poco adatte alle persone con problemi di ipertensione. Svolgono un’azione equilibratrice delle attività dell’intestino, delle vie biliari e del fegato.
- Sodica: sodio sopra i 200 mg/l, sconsigliata agli ipertesi e a chi deve seguire una dieta a ridotto contenuto di sale