La presentazione di un nuovo prodotto può far decollare il valore delle azioni di un’azienda, ma non solo. Al giorno d’oggi, anche il calo di vendite di un modello concorrente, uno scandalo, un problema tecnico o semplicemente delle recensioni non eccezionali da parte dei clienti possono essere decisive sui mercati.
L’esempio più recente riguarda Samsung. Tutti sanno dei gravi problemi di surriscaldamento che hanno colpito il Galaxy Note 7, fino ad arrivare – in aluni casi, ad espoldere. Questo ovviamente si è tradotto in un tracollo del titolo in borsa della casa coreana, le cui azioni hanno poi tirato un naturale sospiro di sollievo, dopo che che i problemi di surriscaldamento sono stati risolti e i Galaxy fatti rientrare sul mercato.
Nel frattempo però la Apple ne ha tratto vantaggio, registrando guadagni notevoli durante la crisi Samsung, nonostante subito dopo la presentazione dei nuovi iPhone 7 e iPhone 7 Plus, Tim Cook non fosse riuscito ad entusiasmare gli investitori. I mercati sembrano quindi adattarsi a tutto, anche al possibile malcontento dei clienti nel veder sparire un jack delle cuffie. Quel giorno, prima della fine della sessione di negoziazione, il titolo ha chiuso a 108,38 $ per azione dopo un piccolo guadagno di $ 0,68 per azione e 0,63%. Nelle ore successive il titolo in chiave di trading, è sceso dello 0.02%.
Nonostante tutto però, Apple ha poi continuato a beneficiare dei numeri confortanti in termini di vendite, anche a causa di Samsung, le cui azioni sono tornate a sprofondare dopo la definitiva sospensione di produzione e distribuzione del Galaxy. Apple gongola. Angelo Zino, analista di S&P Capital IQ, ha affermato che Apple potrebbe anche arrivare a vendere 10 milioni di iPhone in più grazie al caso Samsung Galaxy Note 7. Secondo gli analisti, le azioni Apple arriveranno a toccare quota 126.45$ entro i prossimi 18 mesi.
Non c’é solo il caso Apple – Samsung però. E’ ancora più recente il lancio da parte di Google dei suoi nuovi Pixel, che hanno fin da subito convinto clienti e investitori. Le azioni Alphabet – la casa madre di Google – hanno infatti raggiunto il valore più alto mai registrato negli ultimi 12 anni. I nuovi smartphone di Big G sono stati presentati lo scorso 4 ottobre e fin da subito hanno fatto parlare di sé. Specifiche tecniche sorprendenti, prezzi competitivi, ampiamente al di sotto dei competitors e un design non ricercato, che ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma senza dubbio in perfetto stile Google. Si tratta del primo smartphone interamente prodotto dal colosso di Mountain View, sia in termini di hardware che di software.
L’attesa era ovviamente altissima e con l’apparizione delle prime recensioni, l’entusiasmo degli investitori non ha fatto che essere confermato. Il prezzo delle azioni è salito fino a 826$ con una percentuale di incremento del 2.5%. Da quando Google ha fatto la sua comparsa nei mercati finanziari, si tratta del valore più alto mai registrato.
Le dinamiche del mercato sono difficili da prevedere, anche per gli esperti, ma osservando con attenzione, non sono poi impossibili da comprendere. Nel caso di Google l’entusiamso e gli ottimi risultati in borsa sono per lo più da ricercare nella grande attesa creata. Apple invece, dopo anni da leader nel creare attesa, sembra dover puntare su armi diverse per convincere gli investitori. I grandi eventi di presentazione sono ormai quasi sempre uguali e i rumors che si rincorrono nelle settimane precedenti al lancio del nuovo modello, sono spesso confermati, togliendo qualsiasi effetto sorpresa. I risultati sono quindi strettamente legati alle vendite – peraltro ottime.
Samsung con note 7 si è proprio rovinata…